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Lectio
Ogni
giorno durante la celebrazione eucaristica viene proclamata la
Parola di Dio seguendo un calendario che permette una lettura
continua e integrale della Sacra Scrittura.
Il
testo che segue è tratto dalla recente esortazione apostolica
postsinodale Verbum Domini
di BENEDETTO XVI (30-9-2010) e ci può aiutare a capire perché
leggere la Parola di Dio e come leggerla pregando…
Perchè leggere la
parola di Dio?
Non dobbiamo mai dimenticare
che a fondamento di ogni autentica e viva spiritualità
cristiana sta la Parola di Dio annunciata, accolta, celebrata e
meditata nella Chiesa. Questo intensificarsi del rapporto con la
divina Parola avverrà con maggiore slancio quanto più saremo
consapevoli di trovarci di fronte, sia nella Sacra Scrittura che
nella Tradizione viva della Chiesa, alla Parola definitiva di
Dio sul cosmo e sulla storia. (121)
“il cristianesimo è la
<religione della Parola di Dio>, non di <una parola
scritta e muta, ma del Verbo incarnato e vivente>. (7)
Chi conosce la divina Parola
conosce pienamente anche il significa di ogni creatura…
La
Parola di Dio ci spinge a cambiare il nostro concetto di
realismo: realista è chi riconosce nel Verbo di Dio il
fondamento di tutto.(10)
Come leggere e
pregare con la Parola di Dio? Cinque tappe: leggere, meditare,
pregare, contemplare, agire.
La
lectio divina è “davvero capace di schiudere al fedele il
tesoro della Parola di Dio, ma anche di creare l’incontro col
Cristo, parola divina vivente. Vorrei qui richiamare brevemente
i suoi passi fondamentali: essa
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si
apre con la lettura (lectio)
del testo, che provoca la domanda circa una conoscenza
autentica del suo contenuto: che cosa dice il testo
biblico in sé? Senza questo momento si rischia che il
testo diventi solo un pretesto per non uscire mai dai
nostri pensieri.
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Segue,
poi, la meditazione (meditatio)
nella quale l’interrogativo è: che cosa dice il testo
biblico a noi? Qui ciascuno personalmente, ma anche come
realtà comunitaria, deve lasciarsi toccare e mettere in
discussione, poiché non si tratta di considerare parole
pronunciate nel passato, ma nel presente. Si giunge
successivamente al
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momento
della preghiera (oratio) che suppone la domanda: che
cosa diciamo noi al Signore in risposta alla sua Parola?
La preghiera come richiesta, intercessione, ringraziamento
e lode, è il primo modo con cui la Parola ci cambia.
Infine, la lectio divina si conclude con la
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contemplazione
(contemplatio) durante la quale noi assumiamo come
dono di Dio lo stesso suo sguardo nel giudicare la realtà
e ci domandiamo: quale conversione della mente, del
cuore e della vita chiede a noi il Signore? San Paolo
nella Lettera ai Romani, afferma: «Non
conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare
rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere
la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e
perfetto» (12,2). La contemplazione, infatti, tende a
creare in noi una visione sapienziale della realtà,
secondo Dio, e a formare in noi «il pensiero di Cristo»
(1Cor 2,16). La Parola di Dio si presenta qui come
criterio di discernimento: essa è «viva, efficace e più
tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino
al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino
alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i
pensieri del cuore» (Eb 4,12). È bene poi
ricordare che la lectio divina non si conclude
nella sua dinamica fino a quando non arriva
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all’azione (actio), che muove l’esistenza credente a farsi
dono per gli altri nella carità.
Questi
passaggi li troviamo sintetizzati e riassunti in modo
sommo nella figura della Madre di Dio. Modello per ogni
fedele di accoglienza docile della divina Parola, Ella «custodiva
tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19;
cfr 2,51), sapeva trovare il nodo profondo che unisce
eventi, atti e cose, apparentemente disgiunti, nel grande
disegno divino. (87)
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